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Sanità, i sindacati chiedono alla Asl dati certi sui posti letto negli ospedali

Venerdì, 22 Luglio 2016

(Rimini) Vertice tra Asl e sindacati oggi a Pievesestina. Cgil, Cisl e Uil ne hanno approfittato per chiedere dati sui posti letto ospedalieri, tra cui “la distinzione fra posti letto pubblici e quelli privati accreditati, la distribuzione dei posti letto ogni mille abitanti per singola disciplina e per ambito territoriale, l’indice di dipendenza della popolazione dalle strutture ospedaliere del territorio, la mobilità passiva e attiva per disciplina e per territorio, i tempi di intervento dei mezzi di soccorso sul territorio romagnolo, l’indice di efficienza (degenza/occupazione media) per singola unità operativa e per essere in grado di valutare eventuali trasformazioni già avviate, l’indice di occupazione dei posti letto prima della costituzione dell’Asl Romagna”.
In attesa di conoscere le risposte, Massimo Fusini della Cgil, spiega come sia “stato un incontro interlocutorio utile a comprendere meglio criteri e filosofia con i quali è stata formulata la proposta di linee di indirizzo”. I dati richiesti sono “necessari a parere delle organizzazioni sindacali, per affrontare il confronto in termini costruttivi al fine di valutare se la rimodulazione delle rete ospedaliera và nelle direttrici principali per le quali è stata costituita l’Asl della Romagna e rispetta i principi contenuti negli indirizzi sottoscritti all’atto della costituzione”.
Per valutare una ipotesi, continua Fusini, “è infatti opportuno partire da una tesi, dai punti di forza e di debolezza e da dati oggettivi, solo in parte rilevabili dalla bozza di documento presentato dalla Direzione dell’Asl”.
Da parte dei sindacati la “prospettiva” che ci si aspetta “è quella di una realtà orientata agli investimenti, a garantire le prestazioni di base in prossimità della residenza dei cittadini, a valorizzare le attività di alta complessità non limitandosi ad una distribuzione dell’esistente ma iniziando ad introdurre prestazioni oggi non presenti in Romagna, diminuendo la migrazione di utenti verso altre Aziende”.
In Romagna “la scelta di una unica Azienda deve portare, in modo tangibile, risultati ai cittadini, molti dei quali oggi sono ancora ad esempio costretti a fare decine di chilometri solo per ritirare un referto, deve poter valorizzare l’apporto dei dipendenti impegnati in una riorganizzazione che non ha paragoni in tutto il Paese”.
Per Fusini è “quindi evidente che il confronto sulla rimodulazione della rete ospedaliera, sarà direttamente collegato alla quantità e qualità dei servizi territoriali che saranno resi disponibili come ad esempio (Prevenzione, Ospedali di comunità e case per la salute) e che dovrà proseguire, oltre che con la Direzione dell’Asl, anche con la Conferenza Socio Sanitaria essendo, questi temi, propedeutici al primo piano attuativo locale della Romagna”.


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